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Capitomboli. Divagazioni in dissolvenza su tutto – Luca Ragagnin

by senzaudio

Capita a volte di leggere un libro senza sapere come sia finito nella tua libreria o non ricordarti quando è arrivato, ma al momento giusto ti appare, come se fosse stato lui a cercare te e non il contrario. Te lo ritrovi fra le mani senza sapere molto di più del titolo e del suo autore. Diventa difficile quindi avere dei pregiudizi o delle idee pregresse sulla trama o l’argomento trattato che possano contaminare la lettura. Mi è successo con “Capitomboli. Divagazioni in dissolvenza su tutto” (Miraggi edizioni) di Luca Ragagnin, un libro che sin dall’inizio dialoga con il lettore, lo rende partecipe e lo coinvolge. L’autore dichiara di voler scrivere un libro di frasi molto corte oppure un semplice catalogo di titoli, nascondendosi dietro la definizione di pigro. Ma nonostante questa confessione è chiaro dopo poche righe che siamo lontani anni luce da qualsiasi forma d’indolenza se non quella più simile all’otium latino che non all’ozio nella concezione moderna. Luca Ragagnin parte da uno spunto, che sia letterario, musicale, cinematografico oppure di qualsiasi altro genere, poco importa, e partendo da esso fa addentrare il lettore in un vortice di collegamenti e nozioni che sanno essere divertenti e didattiche allo stesso tempo dimostrando una conoscenza enciclopedica di tantissimi argomenti. Veri e propri capitomboli da cui e piacevole non rialzarsi e ammirare da un’altra prospettiva cose che magari si conoscono già oppure sono vere e proprie novità. Inoltre la narrazione è supportata da uno stile innovativa e sperimentale, con disegni, immagini e note che danno spessore alla narrazione e alle descrizioni. Un bel modo di perdersi nella cultura cercando una bussola rotta che non ci faccia mai trovare l’uscita o perlomeno che lo faccia il più tardi possibile.

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