Ho sempre associato Aguaplano alla qualità, palpabile, dei libri che produce. Insomma, basta che vi facciate un giro al loro stand al prossimo Salone del Libro o ovunque le vostre strade si incrocino, per capire anche a colpo d’occhio che nell’oggetto libro investono molto. La collana di poesia è bellissima, ma davvero, basta prendere i mano uno qualsiasi dei loro libri per saggiarne la bontà.
Questo ovviamente per quel che riguarda l’oggetto in sè, ma il contenuto? Non mi sono mai pentito di aver letto un loro libro. Sia per quel che riguarda la narrativa italiana che per quel che riguarda i saggi. Ho sempre chiuso il libro soddisfatto.
E quindi, quando ho visto che Aguaplano aveva deciso di pubblicare il loro primo libro di narrativa straniera mi sono detto che avrei dovuto saggiare anche questa loro nuova vena produttiva.
Da pochi giorni è uscito “L’ultimo libro di Emma Olsen” della scrittirice Gallega Berta Dàvila. Il suo è un libro molto particolare. La Emma Olsen del titolo è una scrittrice americana che decide di ritornare nella città dalla quale si è allontanata appena ha potuto per trascorrere gli ultimi momenti della propria vita prima che la malattia che la sta divorando abbia finito con lei. Il suo ultimo libro avrà come protagonista la cittadina di Faith e sarà un racconto autobiografico con il quale spiegherà alla figlia la tragedia che l’ha portata a lasciare Faith. Il libro dunque è ambientato in america, in una qualsiasi delle migliai di cittadine così piccole da non vedere accadere nulla, così minuscole da conoscere tutte le persone che ci vivono. Una cittadina in cui il male c’è, esiste e ha sembianze che spesso, di primo acchitto, non sappiamo riconoscere. C’è poi anche il tema dell’identità sessuale che l’autrice tratta con molta delicatezza tenendosi a distanza dai toni morbosi e sensazionalistici.
Emma Olsen ripercorre la sua vita, il suo legame speculare con l’amica del cuore che un po’ è salvifico e un po’ malato e ossessivo. Il tutto è circondato dalla sensazione che nessuno possa realmente fuggire da Faith se non con la morte.
Berta Dávila è alla sua prima prova con il romanzo e devo dire che il suo è di sicuro un esordio molto interessante. La sua è una scrittura che è stata in grado, fin da subito, di tessere una tela di malinconia che ha pervaso fin dall’inizio “L’ultimo libro di Emma Olsen“. La scelta di ambientare il romanzo in una cittadina americana può rivelarsi molto pericolosa nei casi in cui l’autore o l’autrice di un libro non siano abbastanza in gamba da superare gli ostacoli dati dagli stereotipi, ma nel caso di Berta Dávila questo ostacolo è stato superato brillantemente. Non ho mai percepito l’effetto cliché, non ho mai pensato per un attimo: questa Emma Olson, questa Berta Dávila non ha idea di dove si trovi davvero l’America. Non se se simile risultato sia arrivato per qualche motivo da cercare all’interno della biografia di Berta Dávila, ma francamente non mi interessa, a me basta il risultato finale, risultato che ritengo ottimo.
Per concludere, “L’ultimo libro di Emma Olsen” è un romanzo che mi è piaciuto molto perchè ha dalla sua una scrittura molto curata e mai banale, perché il tema della nostaligia e del recupero del ricordo mi è molto caro e perché l’autrice è riuscita a trattare una storia in cui, evidentemente, il disvelamento del tragico ha un ruolo molto importante, con equilibrio e compentenza.
Una menzione speciale va alla copertina del libro che riprende la cover originale e porta un disegno tratto dalla graphic novel ispirata a questo romanzo e disegnata da Pablo Prado.
Traduzione di Marco Paone.
Berta Dávila (Santiago de Compostela, 1987) ha pubblicato libri di poesia, di narrativa per l’infanzia, racconti e romanzi ed è vincitrice di numerosi premi tra cui il Premio della critica spagnola e di recente il Premio Xerais. L’ultimo libro di Emma Olsen, il suo primo romanzo tradotto in italiano, è stato adattato come graphic novel per i disegni di Pablo Prado e in questa veste ha vinto il Premio Follas Novas nella categoria Banda deseñada 2020. Nel 2021 insieme a Carlos Meixide ha ideato e fondato la casa editrice indipendente Rodolfo e Priscila.