Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Bernard Malamud – Per me non esiste altro – a cura di Francesco Longo

Bernard Malamud – Per me non esiste altro – a cura di Francesco Longo

by Claudio Della Pietà

“RACCONTARE STORIE E’ UN MODO PER TROVARE, PASSO DOPO PASSO, IL SIGNIFICATO DELLA VITA.
…E’ DIFESA CONTRO I MALI DEL MONDO.”

Per questo delizioso volume, ben curato da Francesco Longo per Minimum Fax, ho deciso di porre all’inizio della recensione, alcune parole che più mi porto dentro dopo averlo letto.
Il sottotitolo, al già potentissimo titolo PER ME NON ESISTE ALTRO, dice così: La letteratura come dono, lezioni di scrittura, e B. Malamud ha ricevuto un dono eccezionale e, da grandissimo quale è stato, ne ha fatto a sua volta un dono di valore inestimabile all’umanità, a tutti coloro che decidono di accoglierlo, leggendo le pagine straordinarie che ha scritto.
B. Malamud, nella mia vita di lettore, è il terzo scrittore di cui ho avuto la fortuna di leggere, quello che si può definire un testamento letterario, un manuale di riferimento, un libro principe.
Gli altri due sono A. Solzenitcyn e S. King, rispettivamente autori di due capolavori quali, La quercia e il vitello, e On writing.
Questo di Malamud, anche se trattasi di una raccolta di pensieri e scritti, è un vero e proprio percorso che permette di rendersi conto della ricchezza del personaggio, dell’uomo Malamud, di ciò che ama più profondamente, dei suoi desideri più grandi.
E ho compreso che sono due i desideri primari:
1) Raccontare storie di uomini…
2) …per aiutare ciascuno a crescere e diventare un buon essere umano.
In Malamud alberga un’ansia che è insieme rabbia positiva, in Malamud alberga la certezza della grandiosità dell’animo umano.
Leggiamo “L’uomo di Kiev”, leggiamo “Il commesso”, e troveremo il tema centrale delle sue opere, il tormento dell’animo umano, della lotta perenne dell’uomo alla ricerca di se stesso, e insieme il credo forte di Malamud nel coraggio dell’uomo, nella sua possibilità di vittoria finale.
Un altro aspetto che mi ha arricchito molto, per cui ringrazio il curatore che lo ha fatto emergere in modo esplicito, è una particolare caratteristica di quello che potremmo definire lo stile, molto diverso da quello degli amici letterari che citavo prima.
Solzenitcyn ha uno stile inevitabilmente documentaristico, informativo di situazioni drammatiche che il mondo era necessario conoscesse ed affrontasse.
S. King è maestro dell’intrattenimento.
Malamud è abile equilibrista tra l’intrattenimento e l’analisi dell’animo umano. Abile equilibrista perchè non fa e non vuole fare prediche, sermoni, proclami, ma innaffia abbondantemente le sue opere di profonde considerazioni, messaggi, pensieri, ma li posa, li lascia li nelle sue storie perchè noi possiamo trovarle, vivendo quelle stesse vite pagina dopo pagina.
Malamud è molto preoccupato per l’uomo, lo vede in costante peggioramento, e quindi lo racconta con trasporto incredibile perchè ama l’uomo.
C’è tanto altro da dire, per questo chiedo umilmente a Francesco Longo di mettersi subito al lavoro per un sequel di questo bel lavoro. Noi intanto proseguiamo nel nutrirci dei capolavori di Bernard Malamud. Buone letture.

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