Alasdair Gray – Povere Creature

by Gianluigi Bodi
Povere Creature

È stato enormemente complicato trovare un momento di calma per scrivere le mie osservazioni su “Povere creature” di Alasdair Gray, romanzo edito da Safarà Editore, una piccola casa editrice indipendente di Pordenone che è agguerritissima e ha proposte di alta qualità. I motivi di queste complicazioni sono principalmente due. Il primo ha a che fare con questioni personali e questa non è la sede per affrontarle. Il secondo è il rumore. Da quando è uscito il film alla Mostra del Cinema di Venezia Povere creature è stato sulla bocca di tutti. Per qualche momento sembrava che l’ondata di commenti andasse scemando, si sa, la platea di spettatori è decisamente più numerosa di quella dei lettori, eppure il livello di commenti è stato sempre molto alto fino a trovare il suo apice con l’uscita al cinema del film di Yorgos Lanthimos. Come spesso succede nei casi in cui ci si trovi a commentare qualcosa che ha colpito un vasto pubblico, alle prime recensioni entusiastiche a cui si associavano centinaia di fan sfegatati poi sono susseguite le recensioni negative che spesso a me sembrano non avere come scopo la critica al film (o a un libro) ma voler attaccare la fanbase di quell’opera. Come a dire, il film fa schifo e quindi voi che lo avete amato non avete capito nulla, solo io so di cosa è capace Lanthimos e solo io ho capito che questo è un film terribile. In mezzo a queste ondate a me piacere restare seduto sulla sdraio a sorseggiare una bibita ghiacciata.

Ora però mi è venuta voglia di parlare del libro e solo del libro visto che non ho ancora visto il film.

Con questo libro rientriamo nella tradizione dei romanzi che sono composti da testi casualmente ritrovati. In questo caso Alasdair Gray firma un’introduzione in cui ci introduce all’opera spiegandoci che essa non è farina del suo sacco, ma che si tratta di un testo scritto dal dottor Archibald McCandless (1862-1911). La storia che il dottor McCandless racconta con dovizia di particolari mostra l’incontro con Godwin Baxter, anch’esso un dottore. McCandless lo descrive come un uomo scontroso, di aspetto terribile, con il volto pieno di cicatrici, dotato di una salute precaria e costretto a cibarsi con un bibitone puzzolente di propria invenzione. Ma non è il rapporto tra McCandless e Godwin Baxter a dominare tutto il romanzo. Nel momento in cui a McCandless viene presentata la giovane Bella Baxter la sua vita vita cambia completamente e sprofonda in un labirinto di assurdità senza fine.
Basterebbe, per iniziare, dire che il dottor Godwin Baxter (vi faccio notare che i nomi di questi personaggi hanno significati che poi si riversano nel libro stesso) fa esperimenti con gli animali, li assembla come potremmo assemblare un PC da Gaming, cercando i migliori pezzi da far coesistere. McCandless si innamora follemente di Bella che risulta essere una giovane donna con un comportamento molto infantile, come se la ragazza fosse nata da pochi giorni. E in effetti, McCandless si rende conto che a ogni successiva visita Bella pare crescere intellettualmente in maniera esponenziale. Bella Baxter è piena di vita, vogliosa di scoperte sempre nuove. Vuole divorare la vita che la circonda e vuole nutrire un forte appetito sessuale che cresce sempre di più. A un certo punto Bella se ne va da casa di Godwin lasciano sia lui che McCandless completamente affranti, se ne va in giro per il mondo allo scopo di afferrare quanta più vita possibile.
Ma chi è davvero Bella Baxter? Godwin spiega a Archibald la vera natura della ragazza, gli spiega l’origine di quella che lui a tutti gli effetti considera una grande creazione. Ma sarà poi davvero così? E le parole di Archibald, il suo sguardo sul mondo, sono davvero affidabili o quella che ha compiuto è solo una rettifica postuma di quanto avvenuto a casa Baxter? Se siete curiosi di capire come va a finire “Povere Creature” non vi resta che leggere questo romanzo affascinante. Anche perché, se pur volessi ricoprirvi di spoiler, è davvero complesso rendere tutte le meravigliose sfumature della trama di questo romanzo. Ci sono personaggi fantastici che a volte compaiono per pochissime pagine e che meriterebbe da soli più spazio di quanto ne abbia di solito una recensione.

“Povere creature” è per me il primo libro di Alasdair Gray, ero però già stato attirato verso di lui dai pareri più che positivi che Vanni Santoni ha speso su di lui (cosa che è sempre una garanzia) e sull’opera, pubblicata sempre da Safarà, “Lanark” che prima o dopo cercherò di recuperare visto che questo romanzo l’ho trovato notevole.
Mi è piaciuta la maestria con la quale Gray ha creato un atmosfere gotica e allo stesso tempo barocca, quei tocchi di luce improvvisa dati da Bella nel regno del buio creato da Godwin. Il romanzo ricorda appunto la narrativa gotica e viene subito in mente il Frankenstein di Mary Shelley da cui prende sicuramente in prestito l’ambientazione cupa e la pazzia manifesta degli uomini di scienze.
Inoltre, mi è piaciuto molto la struttura. Alasdair Grey ha creato un romanzo che è una matrioska e non sai fino in fondo come sarà l’ultima bambolina, la più piccola e, in questo caso, la più vera. Si procede da una visuale all’altra e si rimane spiazzati fino al punto in cui ci viene da pensare che nessuno abbia detto davvero tutta la verità.

Da quando ho letto questo libro non ho fatto altro che consigliarlo a tutti quelli che pensavo potessero essergli affini, in realtà credo che “Povere creature” sia un romanzo talmente ben architettato, con personaggi così originali e assurdi che penso possa essere tranquillamente letto dal novanta per cento dei componenti della mia bolla.

Traduzione di Sara Caraffini. Prefazione di Enrico Terrinoni.

Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934 – ivi, 29 dicembre 2019) è stato un eclettico scrittore, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama europeo, nelle sue opere ha fuso elementi tratti dai più diversi generi letterari, dove il realismo si unisce al fantastico, la satira sociale al dramma e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. Il romanzo d’esordio Lanark. Una vita in quattro libri (Safarà Editore, 2015) ha consegnato Gray alla celebrità internazionale. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dalla New York Times Book Review «la Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Per Safarà Editore sono in corso di pubblicazione tutte le opere dello scrittore scozzese e, oltre a Lanark e 1982 Janine, sono già state date alle stampe la raccolta di racconti Con un piede nella fossa, La ballata del guerriero e Povere creature!.

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